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RECENSIONE - Il segreto di Lady Audley di Mari Elizabeth Braddon

  • Immagine del redattore: Alessandra Spanò
    Alessandra Spanò
  • 26 ago
  • Tempo di lettura: 3 min

Il segreto di lady Audley (1862) contiene elementi tipici del romanzo gotico e dell’allora emergente sensation novel vittoriana, con la quale M.E. Braddon ha una particolare affinità. Infatti sa essere molto abile nel raccontare gli elementi caratteristici - crimini domestici, identità celate, segreti sepolti, ribaltamenti di trama e colpi di scena - inserendoli in un contesto realistico che conferisce all’opera una particolare tensione narrativa. La peculiarità del romanzo risiede nella sua capacità di attenuare l'impatto del terrore gotico, trasferendolo dalle remote ambientazioni medievali ai salotti dell’Inghilterra vittoriana, anticipando così quella che sarà la moderna letteratura poliziesca e di suspense psicologico.


Braddon costruisce un microcosmo sociale che riflette fedelmente la stratificazione della società inglese di metà Ottocento, con particolare attenzione alla condizione della donna. L’ambientazione di Audley Court, con il suo castello in rovina e i giardini curati, diventa metafora della contraddizione tra apparenza e realtà che permea l’intera narrazione.


L’architettura del romanzo presenta una struttura tripartita che si sviluppa attraverso la presentazione del mistero, lo sviluppo dell’investigazione e la rivelazione finale. Tuttavia, Braddon complica questa schema lineare attraverso una serie di analessi e prolessi che arricchiscono la dimensione psicologica dei personaggi. La tecnica dell’indizio disseminato viene utilizzata con particolare abilità, creando una rete di rimandi interni che conferiscono coesione strutturale all’opera. L’uso del doppio registro temporale - presente della narrazione e passato nascosto di Lady Audley - genera una tensione drammatica che sostiene l’interesse del lettore lungo tutto l’arco narrativo.


Il tema della follia femminile viene trattato con particolare acume critico: Braddon suggerisce che la “pazzia” di Lady Audley possa essere interpretata come una forma di resistenza alle costrizioni sociali imposte dalla società del tempo. La tensione tra determinismo ereditario e condizionamento ambientale, percorre l’intera narrazione, anticipando dibattiti che saranno centrali nella cultura di fine secolo. Il romanzo esplora inoltre il tema dell’identità fluida e della possibilità di reinventarsi, questioni di particolare rilevanza in una società in rapida trasformazione sociale ed economica.


Lo stile di Braddon si caratterizza per un equilibrio sapiente tra descrizione realistica e tensione melodrammatica. L’autrice dimostra particolare abilità nell’uso del discorso indiretto libero per penetrare la psicologia dei personaggi, tecnica che conferisce modernità alla narrazione. Il linguaggio oscilla tra il registro colloquiale dei dialoghi e la solennità della prosa descrittiva, creando un tessuto stilistico variegato che riflette la complessità sociale rappresentata. L’uso strategico del simbolismo - dai capelli dorati di Lady Audley al pozzo nel giardino - arricchisce la dimensione semantica del testo senza appesantirne la leggibilità. La tecnica del narratore inaffidabile viene impiegata con particolare efficacia per orientare e disorientare le aspettative del lettore.


Braddon costruisce una relazione complessa tra lettore e protagonista, alternando momenti di identificazione e di distacco critico che mantengono viva la tensione interpretativa. L’atmosfera di incertezza che permea l’opera genera nel lettore una condizione di ansia cognitiva che rispecchia il disorientamento dei personaggi di fronte al crollo delle certezze tradizionali. La suspense psicologica risulta più efficace di quella puramente meccanica, creando un coinvolgimento emotivo che perdura oltre la chiusura della narrazione.


Si può quindi affermare che Il segreto di lady Audley si configura come un’opera di transizione che anticipa molte delle preoccupazioni della modernità letteraria pur rimanendo saldamente ancorata alla tradizione vittoriana. La capacità di Braddon di trasformare un intreccio da sensation novel in una riflessione sulla condizione femminile e sulle contraddizioni della società inglese del tempo, conferisce al romanzo un valore che trascende il suo successo presso il pubblico contemporaneo. L’opera mantiene la sua rilevanza critica per la modernità del trattamento psicologico dei personaggi e per la lucidità dell’analisi sociale, ponendosi come un testo fondamentale per comprendere l’evoluzione del romanzo inglese verso le forme della narrativa moderna. La figura di Lady Audley rimane una delle creazioni più memorabili della letteratura vittoriana, testimonianza della capacità dell’autrice di dare forma narrativa alle tensioni irrisolte del suo tempo.

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