top of page

RECENSIONE - I cieli di Philadelphia di Liz Moore

  • Immagine del redattore: Alessandra Spanò
    Alessandra Spanò
  • 2 gen
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 30 gen

AUTORE: Liz Moore

TITOLO: I cieli di Philadelphia

LUOGO EDIZIONE ITALIANA: Milano

CASA EDITRICE ITALIANA: NNE

ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2020

FORMATO: Copertina flessibile

PAGINE: pp. 460


Long Bright River (titolo originale) di Liz Moore è un romanzo pubblicato in prima edizione nel 2020, che si distingue per la sua abilità nel combinare il thriller poliziesco con un’introspezione profonda e psicologicamente ricca. Ambientato nei quartieri segnati dalla crisi degli oppioidi di Philadelphia, il romanzo esplora temi di famiglia, dipendenza e giustizia sociale, intrecciando una trama di mistero con una riflessione su questioni culturali e politiche contemporanee. L’opera si inserisce in un contesto letterario che sfida le convenzioni di genere, ponendosi come un esempio di narrativa ibrida capace di soddisfare esigenze di intrattenimento e di analisi profonda.


Sebbene l’intreccio misterioso e il tono investigativo richiamino i tratti del noir contemporaneo, la profondità psicologica e l’attenzione alla dimensione sociale dell’opera la avvicinano al realismo letterario. L’ibridazione tra questi generi permette a Liz Moore di trascendere le convenzioni: l’indagine poliziesca non è mai fine a sé stessa, ma diviene il mezzo per esplorare il tessuto sociale di una comunità devastata dalla crisi degli oppioidi. Questo approccio consente di ampliare le aspettative tradizionali del thriller, ponendo il romanzo in dialogo con opere di autori come, per es., Tana French.


Moore costruisce una Philadelphia frammentata, dominata da quartieri poveri e segnati dalla devastazione della dipendenza. La rappresentazione della città si basa su una descrizione dettagliata e autentica, resa attraverso i luoghi percorsi quotidianamente dalla protagonista, la poliziotta Mickey Fitzpatrick. Gli spazi urbani - vicoli, stazioni ferroviarie abbandonate, case fatiscenti - diventano simboli della disgregazione sociale e personale. La città non è solo il contesto, ma un vero e proprio personaggio, una forza oppressiva e viva che influisce sui destini dei protagonisti. L’approccio della Moore alla costruzione del mondo è profondamente cinematografico, alternando descrizioni minuziose a squarci lirici che conferiscono alla narrazione un senso di urgenza e di realtà tangibile.


I cieli di Philadelphia alterna due piani temporali distinti: il presente, incentrato sull’indagine di Mickey riguardo alla scomparsa della sorella Kacey, e il passato, che esplora la loro infanzia e il legame fraterno. Questo dualismo temporale consente alla Moore di costruire un crescendo emotivo, rivelando progressivamente i traumi e i segreti familiari che hanno condotto le due sorelle su percorsi divergenti.

Mickey Fitzpatrick è una protagonista che combina forza e vulnerabilità. La sua dedizione al lavoro, apparentemente fredda e razionale, maschera un dolore profondo e un senso di colpa per non essere riuscita a salvare la sorella. Kacey, in contrasto, incarna il lato più fragile e distruttivo della loro famiglia, vittima di un sistema che non offre vie di uscita. I personaggi secondari, come la nonna Gee e i colleghi di Mickey, arricchiscono il quadro narrativo, offrendo uno spaccato delle dinamiche sociali e familiari che influenzano i protagonisti. La caratterizzazione è realizzata attraverso dialoghi realistici, descrizioni dettagliate e azioni che riflettono i conflitti interiori.


Lo stile di Liz Moore si distingue per una scrittura diretta e priva di ornamenti, che si adatta perfettamente al tono realistico del romanzo. La narrazione in prima persona consente di entrare nella mente della protagonista, rendendo tangibile il suo tormento interiore. L’autrice utilizza un linguaggio accessibile ma ricco di sfumature, alternando passaggi descrittivi intensi a dialoghi asciutti e realistici. Una delle tecniche narrative più efficaci è l’uso del silenzio e delle omissioni: molti dettagli cruciali vengono lasciati impliciti, costringendo il lettore a colmare i vuoti. Questo approccio accresce la tensione e invita a una partecipazione attiva all’interpretazione del testo.


Il romanzo affronta temi universali e urgenti. La crisi degli oppioidi è al centro della narrazione, non solo come fenomeno sociale ma come esperienza personale e familiare. Altrettanto centrale è il tema del legame fraterno, esplorato nella sua ambivalenza di amore e risentimento. La questione della colpa e della redenzione percorre tutto il romanzo, così come una riflessione sull’eredità familiare e sulla possibilità di spezzare il ciclo di traumi intergenerazionali.


I cieli di Philadelphia è stato e continua ad essere particolarmente apprezzato per la sua sensibilità nel trattare la crisi degli oppioidi, distinguendosi come un’opera significativa nel panorama della narrativa contemporanea.




 
 
 

Comments


Modulo di iscrizione

Il tuo modulo è stato inviato!

©2021 di Le Chiavi del Sapere. Creato con Wix.com

bottom of page