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RECENSIONE - I Tradimenti di Russell Banks

  • Immagine del redattore: Alessandra Spanò
    Alessandra Spanò
  • 1 mar
  • Tempo di lettura: 4 min

Russell Banks, con I Tradimenti (titolo originale Foregone), si inserisce ancora una volta nel solco della sua produzione narrativa dedicata all’indagine delle ambiguità morali, dell’identità e della memoria. Pubblicato nel 2021, il romanzo rappresenta una riflessione sulla finzione autobiografica e sulla fragilità della verità soggettiva. La vicenda ruota attorno a Leonard Fife, un celebre documentarista canadese di origini americane, che in punto di morte decide di rivelare il proprio passato a una troupe cinematografica. Tuttavia, il racconto che emerge non è una confessione lineare e affidabile, ma una narrazione frammentaria, condizionata tanto dal deterioramento fisico e mentale del protagonista quanto dalla sua consapevolezza del potere del racconto. I Tradimenti, con la sua struttura labirintica e il suo tono meditativo, si pone come un’opera di confine tra fiction e memoir, rielaborando temi centrali della poetica di Banks quali l’illusorietà della redenzione e il peso della responsabilità individuale.


I Tradimenti si colloca all’interno del genere del romanzo psicologico e della metafiction, con una forte componente autobiografica. La narrazione, incentrata sulla rievocazione della memoria e sulla costruzione dell’identità, richiama le strutture tipiche del romanzo di formazione postmoderno, seppure filtrate attraverso il prisma della decostruzione narrativa. I Tradimenti si avvicina anche alla tradizione del romanzo-testamento, una forma narrativa in cui il protagonista, prossimo alla morte, cerca di lasciare un resoconto definitivo della propria esistenza. L’approccio metanarrativo di Banks, però, sovverte le aspettative del genere: la narrazione non si limita a esporre una verità, ma si interroga costantemente sulla sua stessa possibilità di esistere.


L’ambientazione di I Tradimenti oscilla tra il presente e il passato, tra il Canada contemporaneo e gli Stati Uniti degli anni Sessanta e Settanta. Banks costruisce un mondo narrativo dominato dalla soggettività della memoria: il passato emerge attraverso ricordi frammentati, distorti dall’influenza del tempo e dalla volontà del protagonista di riscrivere il proprio vissuto. Il Canada, dove Fife ha trovato rifugio per sfuggire alla leva durante la guerra del Vietnam, si configura come uno spazio ambiguo, luogo di esilio e al contempo di costruzione di una nuova identità. Gli Stati Uniti, invece, sono evocati attraverso un filtro nostalgico e conflittuale, rappresentando il luogo dell’origine e del tradimento. Questo dualismo geografico rafforza la tensione interna al protagonista, che si dibatte tra il desiderio di raccontare la verità e l’impossibilità di farlo in modo oggettivo.


La struttura de I Tradimenti è volutamente instabile e frammentaria. Banks adotta una narrazione che alterna il presente, in cui Leonard Fife è intervistato dalla troupe e il passato, rievocato attraverso i ricordi del protagonista. La narrazione in terza persona, con occasionali virate nella seconda persona, crea un effetto di straniamento e rende evidente il carattere costruito della storia. La progressione narrativa non segue una linea cronologica netta, ma si sviluppa per accumulo, con ricordi che emergono in modo apparentemente casuale e si contraddicono a vicenda. Questa struttura riflette non solo il declino fisico e mentale di Fife, ma anche la natura inaffidabile della memoria e della narrazione stessa.


Leonard Fife è il perno attorno a cui ruota l’intero romanzo. Il suo carattere è complesso e stratificato: da un lato è un uomo di grande talento e carisma, dall’altro è profondamente contraddittorio, incapace di affrontare con onestà il proprio passato. La sua voce, che oscilla tra sincerità e manipolazione, rende il lettore costantemente incerto sulla sua affidabilità. Accanto a lui, la moglie Emma rappresenta la figura della testimone impotente, costretta a confrontarsi con un uomo che sembra sempre sfuggire alla realtà. La troupe cinematografica assume un ruolo metanarrativo, fungendo da intermediario tra Fife e il lettore e sottolineando la dimensione performativa della narrazione.

Banks utilizza una prosa densa e riflessiva, caratterizzata da periodi lunghi e da una costruzione sintattica che riflette la fluidità e l’instabilità della memoria. L’uso della terza persona con occasionali incursioni nella seconda crea un effetto di straniamento, mentre il tono meditativo e malinconico contribuisce a costruire un’atmosfera di incertezza e disorientamento. La narrazione non lineare e la frammentazione dei ricordi sono strumenti essenziali per la costruzione del senso del romanzo.


Il tema centrale de I Tradimenti è la costruzione dell’identità attraverso la memoria e il racconto. Banks esplora la tensione tra verità e finzione, interrogandosi su quanto un individuo possa realmente conoscere e raccontare di sé. Il romanzo affronta anche il senso di colpa e la fuga dalle responsabilità, elementi che caratterizzano la vita di Fife e ne determinano la crisi finale. Altri temi rilevanti sono l’esilio, l’illusorietà del tempo e la morte come ultimo tentativo di afferrare un senso definitivo dell’esistenza.


Il finale di I Tradimenti non offre risposte definitive. Fife, ormai incapace di distinguere la realtà dalla finzione, si perde nei meandri della propria narrazione. Banks suggerisce che la verità, se mai esistita, è ormai irrimediabilmente compromessa dalla natura stessa della memoria e del linguaggio. Il romanzo si chiude con un senso di irresolutezza che rafforza l’idea che il passato non sia mai pienamente accessibile, né per il protagonista né per il lettore. La narrazione volutamente frammentaria e l’inaffidabilità del protagonista possono risultare ostiche per alcuni lettori, mentre l’assenza di una conclusione chiara potrebbe lasciare insoddisfatti coloro che cercano una risoluzione narrativa più definita.


I Tradimenti, in conclusione, rappresenta un tassello fondamentale nella produzione di Russell Banks, un’opera che interroga il lettore sulla natura della verità e della memoria. Con una struttura narrativa innovativa e un protagonista enigmatico, il romanzo offre una riflessione intensa sulle possibilità e i limiti del racconto autobiografico. Pur richiedendo un lettore attento e paziente, l’opera si impone come un contributo significativo alla narrativa contemporanea.




 
 
 

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