RECENSIONE - Neal Shusterman, Falce - Trilogia della Falce, vol. primo
- Alessandra Spanò
- 18 feb 2022
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 5 feb 2024
AUTORE: Neal Shusterman
TITOLO: Falce. Trilogia della Falce, vol. 1º
LUOGO DI EDIZIONE: Milano
CASA EDITRICE: Mondadori
ANNO DI PUBBLICAZIONE: (ed. Originale 2016); edizione italiana 2020
COLLANA: Oscar Fantastica
PAGINE: 360 nell’edizione con copertina rigida.
Il romanzo per giovani adulti e ragazzi che porta questo nome è il primo volume di una trilogia distopica che l’autore, Neal Shusterman ha voluto ambientare nel nostro pianeta in un futuro lontano di qualche secolo rispetto ai nostri tempi. I governi nazionali sono scomparsi ovunque e il potere è stato delegato ad un essere non umano, quello che noi oggi chiamiamo cloud, ribattezzato Thunderhead, che trasformato da contenitore di dati a divinità benevola dall’intelligenza artificiale governa per il bene un’umanità che, grazie ai progressi tecnologici, è riuscita a vincere malattia, vecchiaia e morte e vive pacifica e annoiata un’esistenza quotidiana piacevole e tranquilla.
Dove sta la distopia, in questo quadro che sembra un ritorno all’Eden perduto? Sta nel fatto che la popolazione aumenta troppo e quindi viene fondata una Compagnia della Morte, chiamata Compagnia della Falce, perfettamente legalizzata ed eticamente irreprensibile che si è assunta il compito di “spigolare” (omicidio è termine bandito) le “eccedenze”. Il tutto va fatto in modo casuale e proporzionale al numero dei decessi che si verificavano quando esisteva ancora la morte naturale, calcolato secondo complessi algoritmi e statistiche. Le Falci migliori sono quelle che non vorrebbero per nulla fare questo lavoro, per il quale provano sincera repulsione e che riescono ad occuparsi con empatia delle famiglie degli sventurati prescelti.
Le Falci possono avere apprendisti e i protagonisti sono proprio due ragazzi, Citra e Rowan, che vengono loro malgrado addestrati allo scopo e nel frattempo si innamorano, pur da lontano, l’una dell’altro.
Il mondo perfetto in realtà non lo è affatto perché la natura umana è quella che è e che la morte sia distribuita a caso da boia legalizzati non sembra risolvere i bisogni e i problemi più profondi del cuore umano. La mancanza di una vera libertà, che implica sempre una responsabilità personale, che qui manca del tutto perché delegata al Leviatano di turno, rende l’umanità totalmente egoista, chiusa, priva di stimoli, di slanci, al di là del suo ristrettissimo “particulare” come direbbe Guicciardini. Gli animi si svegliano solo se alla loro porta bussa nei momenti più impensati una falce, che ha scelto proprio tra loro l’eccedenza da scartare.
Al di là delle disavventure dei due protagonisti, costretti ad un doloroso e inquietante tirocinio, dal quale solo uno di loro potrà sopravvivere, il vero cuore del romanzo è mostrare cosa succede all’umanità sottoposta a uno dei tanti tentativi di ingegneria sociale forzata tentati nella storia, soprattutto nel Novecento, in nome di un idolo (l’uomo nuovo, rigenerato, perfetto socialista, perfetto ariano, perfetto fascista) e di un’ideologia che trasformata in prassi distrugge ogni possibilità di distinzione fra bene e male, lasciando dietro di sé solo macerie, sangue, morte e distruzioni fisiche e morali.
Anche in questa distopia letteraria l’uomo non può più essere una persona con diritti sacri e inviolabili, ma solo un numero, che può restare in vita finché non diventa un sovrappiù di cui liberarsi alla svelta per garantire il benessere di tutti gli altri. E il ciclo va avanti, animato dalle ottime intenzioni di molti membri della Compagnia delle Falci, con il loro codice d’onore, il loro decalogo, i loro diari di riflessioni personali (le pagine letterariamente più intense e belle del libro, a mio parere), la loro coscienza travagliata in alcuni casi, esaltata in altri. Perché tra le Falci, si annida un pericoloso pericolo: prendere gusto nelle uccisioni, rendere la morte molto poco “dignitosa” e molto, molto, spettacolare. Il gusto del sangue, una volta provato, dà alla testa e non è difficile assuefarsi e gioire nel trovare modi stravaganti per organizzare e portare a termine stragi di massa. Terroristi della morte, che si gloriano del potere divino di vita e di morte sull’intera umanità. Tra le due visioni della morte (quella dei conservatori dello spirito originario e i progressisti dell’innovazione della morte di massa), che spaccano la Compagnia giocano anche rivalità, gelosie, dispetti, paure, rivalse e vendette.
Il libro è interessante per le tematiche affrontate e soprattutto per l’insegnamento sotteso che trasmette: la vita, l’amore, la famiglia, i principi etici, ecc., per essere compresi e vissuti davvero devono essere purificati come l’oro nel crogiolo delle delusioni, delle fragilità, del dolore e della morte. Falce può essere letto dai giovani e dai meno giovani perché, al di là delle vicende tormentate dei due protagonisti adolescenti, suscita una serie di domande e riflessioni che coinvolgono l’uomo in quanto tale.
La scrittura è molto scorrevole, ma la narrazione ha due velocità: due terzi del libro sono lenti e meditativi, l’ultimo terzo è veloce, ricco di azioni e di eventi che si susseguono a ritmo serrato. Questo aspetto può infastidire il lettore, ma dà anche il senso della diversità fra il tempo della preparazione e il tempo dell’azione in cui si muovono i loro personaggi, apprendisti e maestri.

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