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RECENSIONE - Possessione di A. S. Byatt

  • Immagine del redattore: Alessandra Spanò
    Alessandra Spanò
  • 2 feb 2024
  • Tempo di lettura: 2 min

Autrice: Antonia Susan Byatt

Titolo: Possessione

Anno di pubblicazione in lingua originale: 1990

Titolo originale: Possession. A romance

Anno edizione italiana letta: 2016

Luogo di edizione: Torino

Casa Editrice: Einaudi

Collana: ET

Pagine: 514

Tipologia: copertina morbida


Questo libro si svolge su due piani temporali diversi: gli anni Sessanta del XIX secolo e gli anni Novanta del XX. Si tratta di un romanzo-mondo che racchiude in sé piani narrativi, generi letterali e tematiche di tutti i tipi.

È un libro stupendo e affascinante dovuto ad una scrittrice (Antonia Susan Byatt) in grado di riprodurre in maniera perfetta e fedele lo stile, i temi, i languori, le passioni e gli ideali della letteratura inglese di epoca vittoriana.

Ma non solo: la Byatt ha scritto poesie, poemi, diari ed un’intera corrispondenza che solo un’approfondita conoscenza dell’epoca le ha permesso di ricreare ad un punto tale di verosimiglianza da sembrare autentici prodotti dell’arte vittoriana.

L’epoca è ricreata perfettamente anche nell’abbigliamento (finalmente!) e nelle questioni all’epoca più dibattute e alla moda: scientismo positivista, darwinismo, proto-femminismo, misticismo e occultismo, ecc.

La scrittura è limpida, trascinante, elegante fino al virtuosismo e io la definirei vera prosa d’arte.

L'abilità nelle descrizioni paesaggistiche, sia inglesi che bretoni, dà al lettore di essere realmente presente insieme ai personaggi. Questi ultimi sono tutti ben delineati e caratterizzati, soprattutto nel piano narrativo novecentesco.

I due piani temporali si intersecano bene e si intrecciano per ricreare altri piani narrativi: il mondo accademico degli scoop e delle reliquie degli autori passati, il senso gratificante del mero possesso di uno spillo o di una qualunque minuzia appartenuta ai propri idoli, in questo caso il poeta R. H. Ash e il poliedrico ingegno favolistico di Christabelle LaMotte. Un amore impossibile li unisce per un tratto della loro vita, ma il loro legame resta fino alla morte ed oltre. Così accadrà ai protagonisti del piano temporale contemporaneo, Roland e Maud, che cercano di ricostruire le trame sottili lasciate dagli antichi amanti per rivedere poi, in chiave accademica, tutta la produzione letteraria di Ash e LaMotte, in mezzo ad insidie, gelosie, trappole di ogni tipo al di qua e al di là dell’Atlantico. Il finale è tempestoso e ricco di echi gotici (pur svolgendosi in un ambiente funestato solo da fenomeni naturali) e ha la sua conclusione in un notevole colpo di scena.

La lettura di questo romanzo, secondo me, è un dono che tutti gli amanti della bella scrittura, della letteratura e della poesia dovrebbero fare a se stessi.


 
 
 

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